Parco Naturale Isola Sant'Andrea

Il Salento dei Parchi Naturali: l’Isola di Sant’Andrea e Punta Pizzo

Se quando vi dicono “Salento” pensate solo a ulivi e fichi d’india, anche se non avete certo torto vi mancano un sacco di pezzi del puzzle. Sì perché il tacco d’Italia – nello specifico qui vogliamo illustrare il territorio del Gal Serre Salentine – è un vero e proprio patchwork di paesaggi, e può deliziare l’occhio e l’esperienza turistica passando da grandi distese di terra rossa con uliveti a perdita d’occhio a zone rocciose e quasi aspre, attraversando paludi salmastre e dune odorose.

Iniziamo il nostro tour con il Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea – Litorale di Punta Pizzo, un forziere di biodiversità impreziosito dai suoi gioielli della corona: l’unico tratto di costa non antropizzato (ovvero mai toccato da mano d’uomo) e l’unica vera isola dell’arco Ionico Salentino. Nel tratto compreso tra Padula, Li Foggi e Punta della Suina si possono ammirare le estese aree umide che alternano prati di campanelle a orchidee e canne palustri; mentre il litorale è il regno delle scogliere rivestite del delicato Limonio color pastello, osservato dal limitare delle pinete dal giglio di mare, specie protetta (che per altro, una volta reciso, appassisce subito, quindi sarebbe un doppio delitto estirparlo). La bassa macchia mediterranea della gariga, infine, stende il suo tappeto alla base della Torre di Punta Pizzo.
Ma non ci sono solo tesori naturalistici: nel territorio del Parco, infatti, è possibile ammirare la duecentesca chiesa templare dei Samari, la già citata Torre, del cinquecento, e – sull’isola – i ruderi della piccola cappella bizantina dedicata all’apostolo Andrea, nonché lo splendido faro risalente al secolo XIX.

Se dopo Punta Pizzo la vostra voglia di natura non si è ancora placata, vi possiamo senz’altro consigliale l’Ecomuseo di Neviano, in cui il paesaggio agricolo ricco di caseddhi è incorniciato dai tipici muretti a secco, retaggio di maestrie artigianali purtroppo in via d’estinzione; e laghetto Cellini, a Melissano, un habitat naturale che ospita rare specie di uccelli e un’orchestra di allegre rane gracidanti.

Insomma, se si vuole abbandonare il pur magnifico arenile ed immergersi nella natura il Salento vi offre un ricco itinerario, e il consiglio per rispettarlo è sempre lo stesso in tutti i luoghi: prendere solo immagini, lasciare solo impronte.

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